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Rassegna Stampa

Radiocarbonio: uno strumento chiave per conoscere il passato della Terra

Il Bo Live - online

30.11.2021

La datazione dei materiali di origine organica, la cui età non superi i 55 mila anni, ha ormai da tempo uno strumento chiave nel metodo del radiocarbonio. Grazie a questa tecnica, ideata intorno alla metà del secolo scorso, è possibile ricostruire l’età di ossa, legno, vasellame, carta, semi, carbone, tessuti e molti altri materiali organici, offrendo quindi una risorsa estremamente importante per gli studi in ambito archeologico che hanno potuto avvalersi di uno strumento straordinario per la comprensione del passato. Ne approfondisce ruolo e recenti sviluppi Gilberto Artioli, professore Dipartimento di Geoscienze dell'università di Padova e direttore del Centro interdipartimentale di ricerca per lo studio dei materiali cementizi e dei leganti idraulici

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Rassegna Stampa

Arido e inospitale: Venere primordiale potrebbe non discostarsi da quello odierno

Il Bo Live - online

22.11.2021

Forse l’acqua non è mai riuscita a condensarsi su Venere, lo spiega un nuovo modello elaborato da Martin Tourbet e colleghi e pubblicato su Nature. La ricerca scientifica si pone in totale opposizione rispetto ad altri studi e modelli che invece non solo ipotizzavano un Venere primordiale “blu”, come la Terra di oggi, ma anche supponevano la presenza di vita grazie alla famosa fosfina. La questione dell’acqua su Venere quindi è ancora dibattuta, ma che ci sia stata, in qualche sua forma, è cosa certa. Lo spiega il professore Matteo Massironi, geologo e docente del dipartimento di Geoscienze dell’università di Padova: "sicuramente c'è stata acqua su Venere perché nella sua atmosfera si individuano isotopi dell'idrogeno di tipo pesante, il deuterio.

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Rassegna Stampa

Ricercatore di Noale premiato dai Lincei per uno studio sulla laguna di Venezia

Venezia Today - online

15.11.2021

Alvise Finotello, ingegnere idraulico e ricercatore con dottorato presso il Dipartimento di Geoscienze di Padova, ha ricevuto l'11 novembre a Roma dall’Accademia nazionale dei Lincei il prestigioso premio internazionale "Giuseppe e Paolo Gatto" per studiosi nel campo di ricerca. Un riconoscimento importante consegnato dal premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi - che è stato fino a luglio alla guida dei Lincei - che segue un altro premio, la Dick Chorley Medal 2021 assegnata allo studioso noalese lo scorso settembre dalla British Society for Geomorphology (Bsg).

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Rassegna Stampa

Imparare dal passato: mattoni prodotti in modo sostenibile per una migliore resilienza ai terremoti

Cordis - Risultati della ricerca dell'UE

08.11.2021

C’è qualcosa che i fabbricanti di mattoni e gli architetti del passato ci possono insegnare sulla produzione dei laterizi e rispetto al modo in cui aumentare la resilienza degli edifici ai terremoti? L’Italia, nazione che ospita alcuni tra gli antichi edifici in mattoni più spettacolari d’Europa, è attiva a livello sismico. Due recenti terremoti avvenuti nel 2017 e nel 2016 hanno provocato danni estesi nel centro di questo paese. Partendo da queste premesse, Elena Mercedes Pérez-Monserrat, una ricercatrice attiva presso il dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, si è prefissa di determinare quali fossero i materiali da costruzione e gli stili architettonici impiegati in Italia nell’antico passato in grado di resistere con maggiore probabilità agli impatti, nonché i motivi alla base di tale capacità.

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Scavi archeologici a Povegliano, Tedeschi: «Qui grande patrimonio storico»

Daily Verona Network - online

Dal 01.11.2021 al 02.11.2021

Nei giorni 1 e 2 novembre la località “Muraiola” di Povegliano Veronese è stata protagonista di un’indagine archeologica ad alto tasso tecnologico. Attraverso un complesso dispositivo montato su ruote e dotato di sensori e localizzazione GPS, è stato possibile effettuare una mappatura del terreno fino a circa due metri di profondità. «I sensori misurano le differenze di campo magnetico – spiega Cristiano Nicosia, professore del dipartimento di Geoscienze dell’università di Padova e responsabile del progetto – e i dati che trasmettono sono interpretati attraverso un sofisticato software che toglie il “rumore di fondo”, ovvero le possibili interferenze. Grazie anche al GPS così siamo molto accurati e precisi: possiamo trovare un ago a due metri di profondità.

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