Vulcanismo della CAMP alla fine del Triassico e attività antropogeniche: un nuovo studio ha evidenziato somiglianze a livello di emissioni di CO2

 

Uno studio recentemente pubblicato su Global and Planetary Change e condotto da un gruppo di ricerca internazionale, guidato da Manfredo Capriolo, ha approfondito l’impatto sul clima prodotto dall’eccezionale fase di vulcanismo della Central Atlantic Magmatic Province (CAMP) alla fine del Triassico e ha mostrato come la quantità di CO2 emessa da un singolo pulso della prima fase CAMP sia paragonabile a quella di origine antropogenica che si è registrata dall’inizio della Rivoluzione Industriale ad oggi.

Manfredo Capriolo, attualmente ricercatore postdoc al CEED dell’Università di Oslo, ha ottenuto il PhD al Dipartimento di Geoscienze con una tesi che ha indagato il legame tra l’attività della CAMP e l’estinzione di massa di fine Triassico, che circa 201 milioni di anni fa causò la scomparsa di oltre la metà delle specie viventi allora presenti sulla Terra.

Questa linea di ricerca ha portato alla pubblicazione di altri due studi, entrambi sulle pagine di Nature Communications. Il primo era riuscito a individuare CO2 vulcanica imprigionata in minuscole bolle gassose all’interno delle rocce magmatiche, arrivando alla prima evidenza diretta di abbondanza di carbonio nei basalti della CAMP. Il secondo aveva poi scoperto la presenza di metano in minuscole goccioline fluide intrappolate nei cristalli delle rocce magmatiche dell’Amazzonia, rafforzando così la comprensione degli effetti climatici prodotti dal magmatismo della CAMP.

Il legame tra l’attività magmatica e gli eventi di estinzione di massa va ricercato nel rilascio di gas da parte di queste specie del carbonio con le relative conseguenze climatiche e ambientali, capaci di scatenare profonde crisi biotiche.

In questo nuovo lavoro Capriolo e colleghi hanno messo a punto un modello paleoclimatico che evidenzia la somiglianza, in termini di durata e di quantità di CO2 rilasciata, tra un singolo pulso della prima fase CAMP e le emissioni di origine antropogenica. In entrambi i casi si tratta di pochi secoli, un battito di ciglia per la storia geologica del nostro pianeta, e per questo motivo quanto accaduto alla fine del Triassico induce a delle riflessioni sul presente.

 

“La somiglianza tra le attuali emissioni antropogeniche e un singolo pulso della fase principale dell'attività vulcanica della CAMP è nella quantità di CO2 che è stata degassata e anche nella sua durata. In passato si pensava che questo lasso temporale fosse maggiore ma oggi le informazioni ottenute dalla magnetostatigrafia e da altri dati precedentemente pubblicati in letteratura vincolano questa attività ad un intervallo di circa 400 anni, simile quindi alla durata delle attuali emissioni antropogeniche, dall'inizio della Rivoluzione Industriale” ha spiegato il dott. Capriolo.

“L’aumento della CO2 atmosferica e il cambiamento climatico globale sono sotto gli occhi di tutti. E per capire il passato è fondamentale prevedere e prevenire il futuro”.

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