La difesa di Venezia dalle acque alte e il futuro delle barene nella sua laguna

Andrea D’Alpaos (Dipartimento di Geoscienze), Davide Tognin e Luca Carniello (Dipartimento ICEA), Marco Marani (CIMoLa) hanno recentemente pubblicato l’articolo “Marsh resilience to sea-level rise reduced by storm-surge barriers in the Venice Lagoon” sulla rivista scientifica Nature Geoscience. L'articolo è frutto di una ricerca che è stata condotta dal 2018 al 2021 monitorando diverse barene nella laguna di Venezia e che ha visto la collaborazione tra il Dipartimento di Geoscienze, il Dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale (ICEA) e il Centro Interdipartimentale di Idrodinamica e morfodinamica lagunare (CIMoLa) dell’Università di Padova nell’ambito del Progetto Venezia 2021, finanziato dal Provveditorato alle Acque di Venezia tramite CO.RI.LA – il Consorzio per il coordinamento delle ricerche inerenti al sistema lagunare di Venezia.
La durata della ricerca, cominciata prima dell'inaugurazione del Mose e proseguita dopo la sua attivazione, ha consentito di analizzare i tassi di sedimentazione con campionamenti periodici e ha offerto una prospettiva di studio che potrà essere applicata anche ad altre città costiere che sorgono nei pressi di aree umide e per le quali si è intervenuto, o si sta progettando di farlo, con sistemi di protezione dagli allagamenti.
Nella Laguna di Venezia l’apporto di sedimenti che permette alle barene di tenere il passo con l’innalzamento del livello del mare avviene prevalentemente durante gli eventi di acqua alta. Se da un lato l’utilizzo del sistema Mo.S.E. (con il primo sollevamento delle paratie avvenuto il 3 ottobre 2020) a protezione della città di Venezia risolve, almeno temporaneamente, il problema delle acque alte che sempre più frequentemente allagano Venezia, dall’altro avrà un impatto importante sull’evoluzione morfologica della laguna, in generale, e delle sue barene, in particolare.
Decapitando le maree con livello previsto maggiore di 110 cm sul riferimento di Punta della Salute, infatti, il sistema Mo.S.E. ridurrà in maniera importante i tassi di accrescimento delle barene con dirette conseguenze per la conservazione dell’ecosistema lagunare.
Illustrando al "Bo Live" le conclusioni cui i sono giunti tramite lo studio triennale che ha indagato il rapporto tra il Mose e il futuro delle barene, Andrea D'Alpaos sottolinea il ruolo ecosistemico delle barene e la fragilità di queste formazioni caratteristiche della Laguna di Venezia:
"Gli ecosistemi di barena stanno scomparendo con tassi allarmanti in tutto il mondo. Preservarne la struttura e le caratteristiche è particolarmente importante perché essi forniscono vari servizi ecosistemici di elevato rilievo: filtrano nutrienti e inquinanti, attenuano i livelli di marea e gli effetti delle onde da vento, forniscono habitat fondamentali per diverse specie animali e vegetali e sono in grado di sottrarre anidride carbonica dall’atmosfera immagazzinando carbonio organico nei:loro suoli con una scala temporale che va da centinaia a migliaia di anni. Ecco perché questi sistemi sono studiati in tutto il mondo e si sta cercando di preservarne caratteristiche e funzionalità"
e ancora:
"Per poter sopravvivere le barene devono crescere verticalmente con un tasso che sia almeno equivalente a quello del livello medio del mare: per questo motivo l’aumento del livello medio del mare mette in pericolo il futuro di questi sistemi. Il contributo degli eventi di acqua alta e delle condizioni di marea ordinarie all’apporto di sedimenti alle barene è tuttora oggetto di dibattito scientifico e l’intera ricerca si è sviluppata con l’obiettivo di dare una risposta a questa domanda".
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