La dieta degli elefanti nani della Sicilia era prevalentemente erbivora
Una recente ricerca interdisciplinare condotta da studiosi del Dipartimento di Geoscienze, del Dipartimento di Biologia e del Museo di Natura e Uomo dell’Università di Padova, in collaborazione con l’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR, il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Saragozza e l’Istituto Catalano di Paleontologia di Barcellona, ha fatto luce sulle abitudini alimentari delle due specie di elefanti nani della Sicilia.
L’analisi dei modelli di meso- e micro-usura dentale, effettuata tramite fotomicrografie delle superfici dello smalto, microscopia confocale laser e profilometria ottica, ha permesso di ricostruire la dieta di Palaeoloxodon falconeri (Pleistocene Medio inferiore) e di P. mnaidriensis (Pleistocene Medio superiore o Superiore), entrambe derivate dal comune antenato continentale Palaeoloxodon antiquus. Lo studio ha evidenziato come le due specie abbiano acquisito una strategia di alimentazione simile, passando da una dieta vegetale mista, basata sul consumo di foglie, germogli ed erba, a una a prevalenza di erba, in risposta a differenti pressioni adattative.
È la prima volta che viene fatta un’ipotesi sulla loro dieta grazie all’analisi, sui reperti presenti nella sezione di Geologia e Paleontologa del Museo della Natura e dell’Uomo (MNU) dell’Università di Padova, dell’usura dentaria prodotta dal cibo consumato dall’animale.
Come spiega il Prof. Claudio Mazzoli del Dipartimento di Geoscienze, “P. mnaidriensis fu probabilmente spinto dalla competizione con gli altri grossi erbivori presenti nell’isola e dalla diffusione di ambienti di prateria. Nel caso del piccolo P. falconeri, che all’epoca era l’unico grosso mammifero presente in Sicilia, e che quindi non aveva né predatori né competitori, probabilmente furono proprio le condizioni di marcata insularità che portarono le piante ad una maggior lignificazione (la così detta insular-woodiness), che giustifica l’usura riscontrata dalle nostre analisi.”
“La ricerca mostra come i reperti storici presenti nel Museo continuino a rappresentare materiale importante per la ricerca moderna, in grado di fornire informazioni su processi evolutivi ed adattamenti ambientali avvenuti in tempi passati. Abbiamo bisogno anche di questa comprensione per affrontare le sfide dei rapidi cambiamenti climatici oggi in atto.” aggiunge Gilberto Artioli, Professore del Dipartimento di Geoscienze e responsabile scientifico della sezione di Mineralogia del Museo della Natura e dell’Uomo.
INFORMAZIONI PER LA STAMPA
PAPER: Strani F., Rebuffi S., Gialanella M., Demiguel D., Castelli S., Fornasiero M., Artioli G., Dal Sasso G., Mazzoli C., Fusco G., Breda M. (2025) - Feeding strategies of the Pleistocene insular dwarf elephants Palaeoloxodon falconeri and Palaeoloxodon mnaidriensis from Sicily (Italy). Papers in Palaeontology, 11(5), e70036 (DOI: 10.1002/spp2.70036).

