Un viaggio attraverso il tempo che mette in continua relazione l’essere umano e la natura, raccontando le complessità del pianeta Terra attraverso una selezione del patrimonio di 200mila reperti naturalistici e antropologici costruito nei secoli dall'Università di Padova. Nella sede restaurata di Palazzo Cavalli ha aperto le porte al pubblico il nuovo Museo della Natura e dell’Uomo, principale eredità permanente lasciata alla città dalle celebrazioni per l’Ottocentenario dell’ateneo patavino.
In un percorso che si sviluppa su 3 piani e quasi 4.000 metri quadrati di superficie espositiva, le quattro sezioni del Museo - Mineralogia, Geologia e Paleontologia, Zoologia e Antropologia - si integrano nella cornice di una narrazione scientifica coerente e il loro impatto è rafforzato da un allestimento coinvolgente, multimediale e interattivo.
“Abbiamo voluto mettere finalmente insieme queste collezioni per creare questo gioiello che speriamo possa essere un punto di riferimento, non solo a livello nazionale e non solo per i ricercatori. L’idea era costruire un percorso che cominciasse con l’evoluzione della Terra per proseguire con le prime forme di vita, gli animali terrestri e marini e arrivare infine all’uomo e all’evoluzione umana, con bellissime collezioni etnografiche. Accanto a questo ci sono anche gli splendidi reperti storici di Vallisneri a cui è assegnata una ben precisa collocazione”, spiega il professor Fabrizio Nestola, presidente del Centro di Ateneo per i Musei.
Ad aprire il percorso espositivo è la sezione di Mineralogia, intitolata al geologo Alessandro Guastoni che, prima della sua tragica scomparsa avvenuta lo scorso dicembre, si era fortemente impegnato in questo progetto. La sezione parte dallo spazio profondo e dalle meteoriti per poi portaci sul nostro pianeta con un’esposizione che comprende esemplari mineralogici di elevato valore e che arriva anche a riflettere sul rapporto tra i minerali e l’uomo.
La sezione di Geologia e Paleontologia è caratterizzata da un esemplare fortemente iconico come la tigre dai denti a sciabola, Smilodon fatalis, unico esemplare nel suo genere in Italia e fra i pochi presenti nei musei europei. Una sala è inoltre dedicata ai pesci fossili provenienti da Bolca (sui Monti Lessini) e risalenti all’Eocene.
Nel video le interviste a:
Simone Molinari, conservatore della sezione di Mineralogia Museo della Natura e dell’Uomo
Gilberto Artioli, responsabile scientifico sezione di Mineralogia Museo della Natura e dell’Uomo
Mariagabriella Fornasiero, conservatrice sezione di Geologia-Paleontologia Museo della Natura e dell’Uomo
Luca Giusberti, responsabile scientifico sezione di Geologia-Paleontologia Museo della Natura e dell’Uomo
Fabrizio Nestola, presidente Centro di Ateneo per i Musei